La scorsa settimana vi ho raccontato della nostra nuova esperienza con i corsi di pasta all’uovo fatta a mano che si tengono presso il The Pasta Experience Store. Oggi vi svelerò come nasce una passione, come ci si possa realizzare con soddisfazione e divertimento seguendo i propri interessi e la propria curiosità, e lo farò attraverso questa bella intervista alla nostra Sfoglina Simonetta.
Simonetta, come sei arrivata al mattarello dopo aver studiato come “operatore commerciale”?
Ho lavorato in diversi settori come impiegata commerciale, pensando fosse il lavoro più giusto per me anche per dar seguito agli studi fatti.
La spinta a cambiare è venuta nel periodo in cui mi occupavo di vendite di attrezzature per la ristorazione. Il contatto con la realtà delle cucine professionali, la partecipazione a fiere ed a corsi di aggiornamento, hanno fatto nascere in me la curiosità di approfondire la materia, quindi mi sono iscritta all’Istituto Alberghiero di Loreto ed ho conseguito il diploma di “operatore addetto ai servizi ristorativi”. Ciò che più mi appassionava era la pasta fresca fatta a mano, fortuna volle che il primo lavoro lo trovai proprio in un ristorante che stava cercando una pastaia.
È iniziato tutto così.
Quando hai capito di avere questa passione?
La passione per la cucina è nata sicuramente dall’osservare le mie nonne e mia madre mentre cucinavano, ma un episodio simpatico è forse stato quello decisivo, in quanto la cucina mi ha “preso” come è successo ad Obelix con il paiolo. Avevo circa un anno, camminavo appena, ma ero già fortemente attratta dalla cucina. Un bel giorno, con l’aiuto di mio fratello, mi arrampicai sullo sportello del forno rimasto aperto, giusto per vedere meglio come funzionava. Qualche movimento di troppo e la cucina si rovesciò completamente su di me: rimasi letteralmente dentro il forno!
Potete immaginare il sollievo dei miei genitori, dopo aver tirato su l’enorme peso, nel trovarmi sana e salva: che fosse un segno?
La passione per la sfoglia invece è legata ai ricordi di mia nonna: l’odore dell’impasto, i gesti che faceva con il matterello per stenderlo, i rumori della sfoglia che schioccava sulla tavola e della “coltella” che tagliava veloce veloce. Poi, quel gesto familiare delle mani dalle quali le tagliatelle si srotolavano come per magia.
Perché hai deciso di insegnare quest’arte?
Ho sempre pensato che le passioni vadano condivise e che l’insegnamento sia una forma di trasmissione reciproca di energie.
Ci sono dei mestieri del nostro patrimonio culturale che non devono assolutamente andare persi.
Fare la sfoglia è uno di questi, ma oggi non è più un lavoro prettamente femminile, ormai si guarda alla cucina come un puro piacere di fare, imparare, gustare, riscoprire i sapori sani e genuini. Con grande soddisfazione sto scoprendo che c’è un grande interesse da parte di un pubblico molto vario.
A chi consiglieresti il tuo corso e quali caratteristiche bisogna avere per partecipare?
Tutti possono apprendere la lavorazione della sfoglia fatta a mano, seguendo delle semplici tecniche che ho avuto modo di applicare e semplificare durante le mie esperienze di lavoro presso i ristoranti.
Le persone che si avvicinano a questa tecnica possono essere motivate da passione, curiosità, divertimento, interesse professionale, voler riscoprire i sapori di una cucina sana e buona.
Io lo consiglierei a tutti, almeno una lezione! È un’occasione per riscoprire il piacere di un lavoro manuale, creativo e per condividere le proprie conoscenze.
Il bello di questo lavoro è che non si finisce mai di imparare.
Vai al ristorante e mangi un piatto di tagliatelle: su cosa basi il tuo giudizio?
Una giusta consistenza della sfoglia, buona porosità, sapore genuino ed equilibrato con il sugo.
Qual è la tua pasta all’uovo preferita? E quella che ti riesce meglio?
La mia passione sono le tagliatelle, farle e mangiarle.
Se per Albano la felicità “è un bicchiere di vino con un panino” per me la felicità è la tagliatella con i moscioli*: non ha paragoni!
*(nome delle cozze o mitili che si riproducono naturalmente lungo le scogliere della costa del Conero)
Il tuo secondo preferito?
Visto che abbiamo iniziato con la tagliatella con i moscioli proseguirei con un bel piatto di moscioli alla tarantina.
Il dolce?
Crema catalana, anche se è un dolce semplice mi piacciono i suoi contrasti, croccante ed amarognolo il caramello, morbida e dolce la crema.
Il vino?
Ad ogni piatto il suo: per la tagliatella con i moscioli un buon verdicchio.
Cosa non mangeresti mai?
Forse gli insetti.
Sono di bocca buona, non ci sono cibi che non mi piacciono.
Le uniche cose che non mangio sono gli alimenti confezionati che definisco artificiali, sia come ingredienti che come sapori. Sono contraria ai fast food, in vita mia non ho mai messo piede dentro uno di questi negozi. Preferisco gli “street food” ovvero i cibi di strada della nostra tradizione locale, molto più sani e genuini.
Progetti per il futuro?
Continuare ad imparare per insegnare.