È diventata una vera e propria moda che sta spopolando in Italia, capace di sancire se sei in or out. Secondo alcuni è una tendenza partita dagli Stati Uniti, altri sono convinti che l’origine sia da attribuire ai nostri vicini di casa spagnoli o agli inglesi. È il finger food. Che cos’è esattamente? Si può tradurre in «cibo mangiato con le mani», ma dov’è la novità?
Eppure è diventato un classico appuntamento di fronte ad un bancone di un bar o in un ristorante. Le pietanze mini incuriosiscono le persone, attratte da un mix di gusto e creatività. L’estetica è un fattore importante per la scelta del cibo, così come l’esperienza tattile diventa fondamentale, creando con il cibo un rapporto quasi intimo. Allora è questa la novità! La bontà tattile, elemento che si fa moda o, semplicemente, cool. Vi sembra?
Il web impazzisce, spopolano i consigli su come organizzare il miglior finger food di sempre, cosa cucinare e come, i designer che si divertono a creare piatti, bicchieri, tutto in rigoroso formato mini. È una vera e propria mania, tanto che si tende sempre più a proporre il menù in modalità finger. Ovviamente questo può essere un vantaggio, consentendo molteplici assaggi liberi dalla sensazione di sentirsi appesantiti. Di contro, per chi ama mangiare, potrebbe rivelarsi l’ennesima occasione di rimpianto della trattoria tradizionale, scatenando l’inferno della fame. A meno che non ci si lanci in un consumo eccezionale di portate.
E’ una moda strana quella del finger food. Si è fatta strada presentandosi come “novità”, ma si mangiò con le mani su tutte le tavole almeno fino all’anno mille, periodo in cui solo alcuni signori scoprirono forchetta e coltello. Nel XVI secolo comparve poi il Galateo e, con il passare dei secoli, l’uso delle posate divenne consuetudine. Seduti davanti al nostro bel piatto di fettuccine al dente, armati di forchetta ed appetito, facciamo i complimenti a chi è riuscito a creare questo fenomeno e gesto di tendenza gastronomica, continuando ad osservare curiosi ed attenti le mode ed i tempi che passano.
E ritornano.